La funzione dei segni. Bob Noorda, maestro della comunicazione.
maggio 29, 2018
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Nella vita quotidiana, spesso ci imbattiamo in opere d’arte grafica senza nemmeno accorgerci, tanto che questi segni fanno parte della nostra cultura collettiva.

Dietro ai simboli però, che si tratti di un logo, un’infografica, di indicazioni o di pubblicità, si nasconde sempre una storia, a volte grandiosa e imprescindibile. A Bob Noorda dedichiamo un focus; per raccontare la sua grandiosa storia, e quella della sua eredità artistica, ormai divenuta patrimonio culturale imprescindibile.

Bob Noorda nasce ad Amsterdam il 15 luglio 1927, e dopo essersi diplomato nel 1950 presso l’istituto IvKNO, inizia a lavorare come freelance presso la città olandese. In quell’anno si trasferisce a Milano dove inizia a curare importanti campagne pubblicitarie per Pirelli, Olivetti e La Rinascente. In particolare, il lavoro per la Pirelli gli permette di entrare in contatto con importantissimi designer attivi in quel periodo: tra gli altri, egli si avvicina a Max Huber, Bruno Munari, Albe Steiner, Pino Tovaglia e Antonio Boggeri.

L’istruzione di Noorda è di tipo funzionalista e deriva direttamente dalla scuola del Bauhaus, e oltre a costituire l’approccio che il designer e architetto mantiene durante tutta la sua carriera, gli permette di confrontarsi da molto vicino con le realtà più innovative e gli artisti più importanti del panorama grafico.

Verso la fine degli anni ‘50 collabora con gli architetti Franco Albini e Franca Helg alla realizzazione della metropolitana milanese. Nello specifico, a Noorda viene affidato il progetto per la comunicazione visiva e segnaletica. Nel 1964, quando viene inaugurata la metropolitana, tutti possono ammirare il lavoro del designer: un’opera talmente efficace che nello stesso anno il designer riceve il premio Compasso d’Oro, il più prestigioso e antico premiodi disegno industriale al mondo.

Il grande risultato ottenuto con il lavoro per la metropolitana milanese, deve essere stato il biglietto da visita che ha permesso a Noorda di ricevere gli incarichi per la progettazione della comunicazione visiva per le metropolitane di New York e di San Paolo in Brasile.

In particolare, New York è  una città importante per il designer, perchè ospita una delle sedi della Unimark International, agenzia grafica che Bob Noorda fonda insieme al designer Massimo Vignelli; ed è proprio quest’ultimo a trasferirsi nella grande mela per occuparsi dello studio, mentre Noorda dirige gli uffici milanesi. Negli anni settanta, quando Unimark ha ormai tredici uffici sparsi per il mondo, Bob Noorda abbandona la direzione dell’azienda, e continua l’attività di designer nel suo studio milanese fino al 2000.

In quegli anni, egli si dedicò anche all’insegnamento: tra le varie scuole con le quali collabora, è presente il Politecnico di Milano, che nel 2005 conferisce al designer la laurea honoris causa in disegno industriale.

Tantissimi sono oggi i simboli e i linguaggi visivi che portano la firma di Noorda e che vediamo tutti i giorni: tra i più famosi non si può non citare i loghi per Coop, Automobile Club d’Italia, Enel, e le immagini coordinate di Agip, Total, Richard-Ginori, Mitsubishi, Rex, Zoppas, Dreher, Ermenegildo Zegna.

Bob Noorda ha inoltre collaborato con Bruno Munari, Roberto Sambonet e Pino Tovaglia, alla progettazione del logo per la regione Lombardia, che si ispira alla Rosa Camuna delle incisioni rupestri in Val Camonica, e che è divenuto uno dei loghi italiani più famosi in assoluto.

Al designer e achitetto sono dedicate tante mostre ed esposizioni, ma per imbattersi in una delle sue opere, a volte è sufficiente uscire, prendere la metro, visitare un ufficio, o guardare un cartellone pubblicitario, e questo è già il segno che possiamo cogliere per capire l’importanza che la figura e l’opera di Bob Noorda ha per la cultura popolare.