“Amigos, che grafica!” Armando Testa e il suo linguaggio modernissimo
settembre 6, 2018
0

Alcune delle più belle pagine nel panorama grafico pubblicitario portano il nome di Armando Testa. L’arte del Maestro ha anticipato gli stili del linguaggio grafico e ha dettato i tempi della comunicazione pubblicitaria, e non solo.

Ma questa arte sembrava destinata a non materializzarsi, in quando Armando Testa, nato a Torino il 23 marzo 1917, all’età di 13 anni lavora come operaio in una fabbrica di ferro battuto. Egli, cresciuto in una famiglia povera, inizia il lavoro in fabbrica per aiutare la madre e i tre fratelli dopo la morte del padre.

Ma l’impiego come operaio si rivela troppo pesante per un ragazzino come lui, il quale decide, seppur con un guadagno economico inferiore, di lavorare come compositore tipografo.

Questo lavoro gli permette di frequentare una scuola tipografica serale, nell’ambito della quale conosce il pittore astrattista Ezio D’Errico, che diviene il suo maestro e lo avvicina all’arte astratta e al linguaggio razionale tipica della corrente Bauhaus.

Grazie alla cultura acquisita, Testa decide di partecipare nel 1937 al concorso per la realizzazione di un manifesto per la casa di colori tipografici ICI, e la sua opera, sintesi impressionante di un linguaggio innovativo e precursore dei tempi, vince il concorso e viene pubblicata sulla rivista Graphicus.

Finita la seconda guerra mondiale, durante la quale è arruolato come aviere fotografo, Armando Testa decide di imporsi come grafico pubblicitario, nel 1946 fonda il proprio piccolo studio e inizia a lavorare per grandi nomi, tra i quali Martini & Rossi, Pirelli, Borsalino, Superga. Continua a lavorare per l’azienda ICI ed è impegnato anche nell’ambito dell’illustrazione editoriale.

A metà degli anni ‘50, in un periodo di grande espansione economica, la professione del Maestro acquisisce una importante evoluzione: nel 1956 il suo studio inizia ad occuparsi di pubblicità televisiva, e nel 1957 inizia il Carosello, contenitore televisivo nel quale sketch e filmati erano intervallati da messaggi pubblicitari. Proprio grazie al Carosello, Testa sperimenta il linguaggio cinematografico ispirato dall’America e da Walt Disney, e lavora per marchi molto importanti: Lavazza, Sasso, Carpano, Simmenthal, Lines. Alcune sue creazioni sono ancora oggi indimenticabili: Caballero e Carmencita per la pubblicità Lavazza, il pianeta Papalla per Philco, l’ippopotamo blu Pippo per i pannolini Lines (lo sapevare?), e i famosi slogan “più lo mandi giù, più ti tira su” detto da Nino Manfredi nella pubblicità Lavazza, oppure “chi sono io, Babbo Natale?” negli spot dei biscotti Bistefani, o ancora “Amigos, che profumo!” del caffè Paulista, sempre di Lavazza.

Tra gli anni ‘60 e ‘70, la grafica in tv si anima, e le immagini pubblicitarie prendono movimento; ancora una volta Testa diventa pioniere di questo linguaggio e con il suo ormai inconfondibile stile dà vita alle sue opere Caballero e Carmencita, Papalla, i personaggi del digestivo Antonetto, l’ippopotamo Pippo, e tante altre, tra cui i lavori per birra Peroni, Simmenthal, Citterio, Sanbitter, Esso, Galbani, Punt e Mes, olio Sasso, Saiwa.

Verso la fine degli anni ‘60 arrivano inoltre le prime onorificenze e riconoscimenti: nel 1965 viene invitato all’insegnamento di Disegno e composizione della stampa presso il Politecnico di Torino, disciplina che insegna fino al 1971. Nel 1968 riceve dal Ministero della Pubblica Istruzione la medaglia d’oro per il contributo all’Arte visiva, e nel 1975 la Federazione Italiana Pubblicità gli conferisce la medaglia d’oro per i successi ottenuti all’estero.

Negli anni ‘80, Armando Testa lavora non solo per grandi marchi, ma anche per importanti manifestazioni e istituzioni, come ad esempio Amnesty International, Croce Rossa, Teatro Regio di Torino. Realizza inoltre importanti marchi come quelli per il Salone del Libro e per il Castello di Rivoli Museo d’arte Contemporanea.

Già a partire dagli anni ‘80 tantissime istituzioni, nazionali ed internazionali, dedicano ad Armando Testa numerose mostre e pubblicazioni, focalizzate sull’opera grafica, pubblicitaria e pittorica del maestro; tra queste, importantissime sono le mostre all’Exibition Center di New York (1987), a Palazzo Strozzi di Firenze (1993), al Castello di Rivoli (2001), e al MART di Rovereto (2017).

Una delle frasi più famose che Armando Testa amava dire è “sono nato povero ma moderno” (frase che ha ispirato il titolo di un documentario biografico presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2009, per la regia di Pappi Corsicato). Forse il maestro è nato povero, ma ricchissimo di arte e creatività. E moderno, anzi modernissimo, tanto che il suo linguaggio risulta ancora oggi innovativo, ed è un’inesauribile fonte di ispirazione e comunicazione, oltre ad averci regalato momenti memorabili della pubblicità, tra i quali Caballero, Carmencita, e l’ippopotamo Pippo!